parte prima.
Sono diventata un poco maniaca del riciclo, rischio di non buttare via neppure le cose davvero inutili ( o che comunque io non riuscirei ad usare).
Già sul balcone di casa, quello vicino alla cucina, ormai non c’è quasi più posto per altro se non per i bidoni della differenziata: carta e cartoni, plastica, vetro, umido. E a volte confesso che diventa difficile scegliere quale bidone è corretto per un certo rifiuto, o se essendo un poco unto debba seguire la strada dell’indifferenziato.
Per fortuna una settimana fa mia nipote V mi ha chiesto, vedendo una scatola di cartone: “nonna facciamo un castello?” Ero al settimo cielo. Quasi tutta mattina siamo state impegnate a unire cartoni di corn flakes, tubi di scottex-casa e di carta igienica, al altri parti di scatoloni e abbiamo composto un castello magnifico, unendo tutto con lo scotch di carta. Ho tenuto da parte in bella mostra il castello fino al pomeriggio, pensando che avrei potuto unirlo più saldamente con la colla a caldo e poi magari un altro giorno V. si sarebbe divertita a dipingerlo. Nel pomeriggio sono andata con V. al parco, poi mia figlia dopo il lavoro è passata a prenderla per portarla a casa.
Quando sono ritornata in casa mia, del castello non c’era traccia. Mio marito aveva messo in ordine la sala, spostando il castello….. in un cestino.
parte seconda.
Essendo appassionata di cucito, cerco di dividere con attenzione i vestiti che si possono donare in parrocchia per il guardaroba dei “poveri” da quelli che è meglio conoscano un’altra vita.
E allora ecco che tengo bottoni, cerniere, nastri e scucio camicie e vestiti per farne stracci o per farne borse da spesa.
Altri indumenti sani, di taglie però che non sono richieste al guardaroba, provvedo a infilarli in scatoloni, perchè potrei sempre riuscire a fare un mercatino.
Ed ecco che accumulo. Ho iniziato a tenere tutto in una stanza che era camera da letto di mia figlia, prima di sposarsi. La chiamavo ( e la chiamo ancora) la stanza degli orrori.
Da allora, sono riuscita a riempire mezzo garage, con grande disappunto di mio marito e mio figlio
Ma questa è un’altra storia.
Viva le nonne che fanno sognare i nipoti creando castelli dal pattume!!!!
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